Lucha y Siesta casa delle donne apre le porte al pubblico con 8 successi della stagione cinematografica. Proiezioni gratuite e autogestite, con titoli scelti dalle donne di Lucha y siesta mantenendo lo sguardo attento alle questioni di genere.
Perché il cambiamento parte dagli spazi femministi.
❋❋❋ DAL 04 GIUGNO AL 23 LUGLIO ❋❋❋
❋❋❋ Tutti i martedì ❋❋❋
❋❋❋ Ingresso libero e consapevole @ via Lucio Sestio 10 – Roma ❋❋❋
❋ ORE 19.30 APERITIVO
❋ ORE 21.00 PROIEZIONE ALL’APERTO
☞ 04 GIUGNO: IO SONO FEMMINISTA di Teresa Rossano
☞ 11 GIUGNO: LA FAVORITA di Yorgos Lanthimos
☞ 18 GIUGNO: VIA DELLA FELICITA’ di Martina di Tommaso
☞ 25 GIUGNO: UN SOGNO CHIAMATO FLORIDA di Sean Baker
☞ 2 LUGLIO: MANIFESTO di Julian Rosefeldt
☞ 9 LUGLIO: LA DONNA ELETTRICA di Benedikt Erlingsson
☞ 16 LUGLIO: NORMAL di Adele Tulli
☞ 23 LUGLIO: VITE CANCELLATE di Joel Edgerton
Molto più di un centro di accoglienza, molto più di un centro antiviolenza. LyS è un luogo di autodeterminazione, di costruzione di libertà, di autorganizzazione. È un posto dove ci sentiamo a casa. Un punto di riferimento per le nostre lotte, per il nostro vivere insieme, la capacità di costruire nel quotidiano un altro mondo possibile.
Arriviamo con Silvia Federici e Anna Curcio che presentano il bellissimo “Reincantare il mondo”. Silvia ha la capacità di essere sempre diversa, ogni volta una nuova occasione per pensare e ragionare insieme. Questa volta parla anche della violenza, chiede cosa stiamo facendo concretamente in Italia. Ci parla degli Stati Uniti, dell’Africa, della lotta delle donne in India. Una vera internazionalista.
Poi ci siamo noi, dopo il tramonto. Un pò di ricambio di gente, ma il cortile é pieno. Qualche gabbiano vola ancora sopra le nostre teste, gli aerei invece ci risparmiano, aspettano fino ai titoli di coda. Ci dicono, qui, stasera, in questo luogo magico, che hanno pianto e anche riso, che si sono divertite e che si sono fatte prendere da struggente malinconia, ma sono giovani, non è nostalgia. Il sentimento è diverso, é consapevolezza della lotta, della sua durezza, della stanchezza che comporta quando non puoi assolutamente mollare ma sai che è li che c’è il senso di tutto, la bellezza, costruita insieme passo dopo passo. Anche quando tutto è in pericolo e le fila delle lotte si serrano. E ci hanno detto grazie. Grazie per la poesia che abbiamo regalato. Grazie per le storie, “che sono quelle avremmo voluto sentire raccontare”.
Mentre ci facciamo gli ultimi saluti sentiamo un ragazzo dire che a un certo punto ha avuto freddo, ma non si è alzato a prendersi la felpa per non perdersi neanche una parola. Noi di freddo non ne abbiamo avuto. La mattina dopo alle 5, prima che la sveglia suoni, siamo già pronte a ripartire.