Ricordiamo un celebre episodio di antifascismo militante: la cacciata di Almirante dall’autogrill Cantagallo
Da: Lotta Continua, 22 giugno 1973
Lo sciopero con cui lunedì i lavoratori dell’Autogrill Cantagallo si sono rifiutati di servire il pranzo ad Almirante e di fargli il pieno di benzina, ha provocato una catena di reazioni, comunicati e dichiarazioni estremamente esemplari. II ministro dell’interno e, ora, presidente del consiglio, Mariano Rumor, ha detto che «vanno presi provvedimenti perché il fatto non deve passare sotto silenzio”, la squadra politica della questura di Bologna ha inviato un rapporto alla magistratura, socialdemocratici e liberali hanno pianto indignazione e scandalo. Con la sua dichiarazione Luigi Preti, ha evidenziato nella maniera più chiara ed esplicita la divaricazione incolmabile esistente tra la concezione che la borghesia ha del proclamato “rifiuto intransigente del fascismo” e la maniera in cui questo viene inteso e praticato dalla classe operaia e dei lavoratori.
L’autorizzazione a procedere contro Giorgio Almirante per ricostruzione del partito fascista votata dal parlamento ha avuto questa conseguenza imprevista (e temuta) dall’arco costituzionale: un ulteriore incentivo per la « messa fuorilegge” del MSI portata avanti in prima persona e con risoluta coerenza dai lavoratori e dagli antifascisti. E non è casuale che l’iniziativa dei lavoratori del Mottagrill sia stata presa all’interno della lotta contrattuale che gli occupati del settore portano avanti da sei mesi per la riduzione dell’orario e per aumenti salariali ugualitari. Cacciati via ignominiosamente dai lavoratori, i fascisti avevano minacciato il ritorno e la vendetta. Il Secolo d’Italia, organo missino, aveva anticipato la rappresaglia , attribuendola preventivamente ai “comunisti”. E il ritorno c’è stato, ieri 21 giugno, firmato però inequivocabilmente.
I fascisti, guidati da Pietro Cerullo, deputato del MSI sono rientrati nel Mottagrill con maggiore baldanza, ma senza eccessiva fortuna. Sotto gli occhi tolleranti dei poliziotti hanno aggredito due dipendenti, ferendoli; successivamente sono stati costretti a una fuga precipitosa.
Il Secolo d’Italia riportava invece la versione del Msi sugli scontri in questo modo:
“A seguito di tali fatti alcuni giovani appartenenti al Fronte della Gioventù di Bologna, accompagnati dall’on. Pietro Cerullo, si sono recati ieri dalle ore 12 alle 13 all’Autogrill Cantagallo per una civile manifestazione di protesta contro l’inqualificabile atto di teppismo messo in opera dal personale comunista contro Giorgio Almirante che si trovava di passaggio. I giovani nazionali hanno distribuito un volantino in cui si deplorava la faziosa decisione del personale che aveva rifiutato al leader di un partito di tre milioni di elettori di usufruire di un servizio pubblico. Alcuni camerieri e garagisti hanno tentato di aggredire i giovani ma l’azione è stata impedita dalla reazione di essi e dall’arrivo della polizia in servizio presso il ristorante. A seguito degli scontri furono denunciato Pietro Cerullo, Fabio Napoli, Domenico Baldazzi, Roberto Di Giacinto e Marcello Bignami. A seguito del volantinaggio lo stesso Cerullo precisò che gli scontri erano partiti solo dopo che un cameriere si era “avventato con una bottiglia e con un coltello contro i giovani”.